La Basilica

Antica parrocchiale di Sant'Elena.
L'antica chiesa, costruita sulle rovine di un edificio antecedente al Duecento, si fa risalire a un periodo anteriore al 1596, quando si incominciarono a compilare i Quinque libri.
Dedicata a Sant' Elena, era costituita da coro, presbiterio ed un'unica navata dal tetto ligneo su cui si aprivano nove cappelle; due, più grandi, intitolate rispettivamente a Sant' Elena e alla Vergine del Rosario, comunicavano direttamente col presbiterio, formando una sorta di piccolo transetto. Le altre erano dedicate rispettivamente alla Madonna d'Itria, alle Anime del Purgatorio, alla Vergine della Pietà, a Sant' Antonio abate sul lato sinistro; a Santa Giusta, a Sant' Antonio da Padova e a San Michele su quello destro.

Ai primi del Seicento, adiacente alla cappella dedicata alla Madonna del Rosario fu costruito l'Oratorio omonimo, il solo ambiente giunto intatto fino a noi; infatti, in seguito al violento incendio che nel 1775 lesionò il tetto della navata e il retablo dell'altare maggiore, la chiesa venne quasi totalmente ricostruita.

In vista dell'indispensabile opera di restauro, nel 1780 l'ingegnere militare piemontese cap. Cochis formulò una proposta di ampliamento dell'edificio a levante, in modo da salvare almeno il campanile e l'Oratorio delle Anime posti a Nord – Ovest.

Dopo lunghe e difficili contrattazioni, si ottenne l'area e, ai primi dell'Ottocento, furono reperiti i fondi necessari per eseguire i lavori. Il progetto fu in seguito modificato anche per volontà del consiglio comunale; fu deciso infatti di ricavare due navate laterali, mettendo in comunicazione le esistenti cappelle con l'apertura di ampi archi "nella solida muraglia" che le separava.

In base a un nuovo accordo con l'esperto capomastro Agostino Randaccio, cui si affidarono i lavori, furono costruiti la volta della navata centrale – previo l'innalzamento dei muri del corpo della chiesa -, un ampio transetto con la cupola nella crociera e un vasto presbiterio. Terminati i lavori di rifinitura e il rifacimento della facciata dal capomastro quartese Cosimo Crobu, nel l828 la chiesa venne solennemente benedetta.

Molti dei pregevoli arredi marmorei e lignei – opera di maestri locali, genovesi e napoletani che adornavano l'antica parrocchiale, si possono ammirare in quella attuale, consacrata nel 1828.

L'esterno, è scandito su tre lati da merli dentati, disposti a distanza regolare, secondo un modulo stilistico gotico-sardocatalano.

L'interno, a pianta quadrata, è coperto da una bella volta stellare disegnata da costoloni modanati che nascono da quattro capitelli angolari, ornati da motivi floreali. Nelle pareti, alti costoloni tracciano grandi archi analoghi a quello portato alla luce durante il restauro, abbattendo la parete fondale della cappella del Rosario. Nella sistemazione attuale, in adeguamento alle nuove norme liturgiche, l'aula è dedicata al Santissimo Sacramento. La parete frontale ospita le tavole restanti del retablo detto "di Sant'Elia" (Antioco Mainas, XVI sec.) e il Crocefisso attribuito allo stesso periodo.

Le notizie riportate sono tratte dall'Opuscolo "Sant'Elena" predisposto dalla Università della Terza Età di Quartu S.Elena